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Al Coachella, i Gorillaz si esibiscono tra tetti e piazze aumentate

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Gli esperimenti di una tra le band più sperimentatrici della nostra epoca aprono una fessura per immaginare il futuro della musica.

L’industria musicale ha vissuto una grande evoluzione negli ultimi anni, grazie all’integrazione di innovazioni come la realtà aumentata e il metaverso, le tecnologie “del momento” e delle novità che permettono agli artisti di interagire in maniera completamente nuova (che sia per forma o piattaforma) con chi li segue.

Tra gli eventi che si sono mostrati più avveniristici da questo punto di vista c’è il Coachella, che quest’anno ha visto un esperimento efficace di integrazione tra realtà e mondo digitale. Non è un segreto che i Gorillaz siano una band fortemente innovatrice, che non si tira indietro di fronte a sperimentazioni di qualsiasi tipo. Dalla loro nascita, i membri della band sono stati rappresentati con dei personaggi disegnati da Jamie Hewlett. Il primo concerto che hanno fatto, nel 2001, è stato suonato live ma i membri del gruppo erano nascosti da un telo sul quale venivano proiettati i personaggi animati. Da allora la band britannica è sempre stata accompagnata dalle animazioni riprodotte sugli schermi alle loro spalle, pur mostrandosi al pubblico mentre suonano. Il passo successivo l’hanno fatto insieme a Google, che grazie a software come ARCore Geospatial API ha permesso alla band inglese di fondere realtà e mondo virtuale per la prima volta in Times Square e in Piccadilly Circus, con dei concerti virtuali durante le quali i personaggi animati della band suonavano l’ultimo singolo fluttuando sopra i palazzi delle metropoli. Anche durante la loro esibizione al Coachella i Gorillaz hanno invitato gli spettatori a inquadrare con i telefoni il tetto del palco, su cui si potevano vedere i modelli dei personaggi animati esibirsi contemporaneamente ai membri reali. Quest’esperienza è stata la coronazione di una serie di innovazioni e sperimentazioni che i Gorillaz hanno sempre messo in atto, tra arte visiva, animazioni e backstories che hanno coinvolto il pubblico, trasformando tutte le loro performance in esperienze memorabili.

La realtà aumentata ha fatto un notevole passo in avanti, è uno degli strumenti che si offre meglio per creare esibizioni sempre più coinvolgenti, unendo il mondo che vediamo tutti i giorni a realtà diverse e parallele, come quella che ci racconta da diversi anni la virtual band. Questa, però, non è l’unica tecnologia che può essere usata per rivoluzionare il mercato musicale; anche rimanendo nei confini del Regno Unito possiamo vedere altri esempi di come realtà virtuali e intelligenze artificiali stiano cambiando tutto, grazie al lavoro degli Aisis. Questa band, che di solito si fa chiamare Breezer, ha ricreato la voce di Liam Gallagher con un’intelligenza artificiale per pubblicare un intero album (The Lost Tapes / Vol.1) sulle orme degli Oasis.

Non è una novità che le nuove tecnologie abbiano cambiato il modo in cui avviene il processo di produzione musicale ma negli ultimi mesi, con l’avvento delle IA generative, diversi musicisti hanno creato tracce sempre più complesse e innovative grazie a queste. È difficile immaginarsi chiaramente come evolverà il mondo della musica, dato che tanti degli esperimenti che si pensava sarebbero stati rivoluzionari alla fine non hanno avuto una lunga vita. Basta pensare ai Digital Audio Tapes, o DAT, che avrebbero dovuto rivoluzionare l’industria musicale, finché non si sono dovuti confrontare con i ben più memorabili CD -anche loro poi sostituiti dalle piattaforme digitali.

Ma l’innovazione tecnologica accompagna da sempre l’industria musicale e la nostra società in nuove epoche creative, in cui cambia il coinvolgimento e il rapporto che gli artisti hanno col pubblico, e la combinazione con algoritmi e IA porterà a nuove modalità creative che sarà elettrizzante scoprire, per il pubblico e gli addetti ai lavori.

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