Hey Gen: cosa ci dice il francese di Salvini sulla politica e sulle IA

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Salvini invita Le Pen in un video generato dall’IA Hey Gen: anche la politica sta diventando vittima delle intelligenze artificiali generative e dei deepfake?

Si è recentemente conclusa l’annuale festa della Lega a Pontida. Per giorni è stato impossibile non essere sottoposti alla visione di un video in particolare del segretario del partito e attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Nel breve messaggio, il leader del Carroccio sfoggia la propria padronanza del francese per invitare Marine Le Pen al raduno leghista. Un occhio più attento può capire che Salvini appare particolarmente rigido, quasi artificiale nel video: questo perché l’invito è stato generato da una IA chiamata Hey Gen.  Il video è ben lontano dall’essere perfetto, ma è il miglior risultato ottenibile attraverso una tecnologia accessibile e a basso costo come Hey Gen. Questa applicazione permette di doppiare un video e tradurlo in moltissime lingue, ma in modalità “voice-clone”, quindi con una voce uguale a quella del parlante, “solo” da e in inglese, italiano, francese, tedesco, spagnolo, polacco, portoghese, cinese e hindi. Il sito permette di scegliere un avatar preimpostato e personalizzabile, ma è anche in grado di far parlare un’immagine statica. 

Scrivere, girare e montare un video informativo è spesso un processo dispendioso: Hey Gen risponde alle esigenze di piccole aziende o di chi lavora nel campo della formazione per ottenere un video efficace in pochi click. Così come accadde con il boom delle immagini generate da DALL-E, sebbene il risultato sia a volte disturbante, appropriarsi dell’immagine di qualcuno per manipolarla o farla parlare appare sempre più facile. E quando si parla di politica, questa probabilità assume dei connotati preoccupanti.  Con l’immagine del Papa nel suo costosissimo Moncler bianco viva nella nostra memoria, non possiamo fare a meno che chiederci se anche la politica sarà presto assediata da deepfake estremamente realistici e altri video di Salvini che parla tutte le lingue del mondo. Viviamo in tempi interessanti, e i più ottimisti pensano che saranno proprio le IA a ricucire il rapporto danneggiato tra gli elettori e la politica. 

Il MIT Technology Review ha elencato sei segnali che mostreranno con chiarezza lo shift verso una politica dominata dall’intelligenza artificiale; alcuni di questi sono più vicini alla realtà di quanto immaginiamo. Il primo milestone, ad esempio, appartiene già al regno del possibile: l’accettazione da parte di un organo legislativo o di un’agenzia di una testimonianza, un commento o un intervento generato da e presentato sotto il nome di un’intelligenza artificiale. Negli Stati Uniti, dopo che alcuni primi esempi di progetti di legge scritti da IA sono stati introdotti in Massachusetts e alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, molti organi legislativi hanno iniziato a presentare i loro primi disegni di legge scritti da intelligenze artificiali. Questi esperimenti non sono né i primi né i più estremi per quanto riguarda le IA in politica, ma hanno gettato le basi per l’accettazione di interventi politici generati artificialmente. 

Il confine tra l’avanguardia e l’incomprensibile giace nella trasparenza. Indipendentemente dall’atteggiamento favorevole o contrario del pubblico, l’accettazione da parte di un organo di governo di un commento o un intervento presentato sotto il nome di un’intelligenza artificiale sarà presto una realtà.

In Italia non siamo ancora arrivati a tanto, ma abbiamo assistito a momenti politici interessanti da questo punto di vista, come l’intervento del parlamentare di Italia Viva Marco Lombardo, o quello dello stesso ministro dei Trasporti, che si è espresso sul tema del Ponte sullo stretto attraverso le parole di ChatGPT. A questi esempi si aggiunge il video in francese di Salvini. Colui che ha vissuto un picco di consensi in seguito al rilascio della “Bestia” (la strategia comunicativa che Luca Morisi ha guidato per anni), ripiega ora in video generati automaticamente per parlare al proprio pubblico. 

L’ascesa di Salvini è stata, quindi, resa possibile grazie al lavoro di decine di dipendenti che confrontavano e interpretavano i commenti, le idee e le emozioni di milioni di utenti del web ad uno ad uno. La Bestia era un sistema infallibile di cross-posting, creazione di grafiche, pubblicizzazione di eventi, monitoraggio di news mandato avanti con costanza da un’intera redazione di menti umane: una strategia che sembrava non avere precedenti. Adesso, in un periodo di perdita di seguito sui canali social, è proprio il leader della Lega a sdoganare l’uso delle IA in politica e il primo a condividere un messaggio video artificialmente generato.

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