È impossibile parlare di metaverso senza parlare di criptovalute. Marco Cavicchioli, uno degli esperti più affidabili sul campo delle criptovalute, spiega ai microfoni di Cronache dal Metaverso il complesso mondo delle currency digitali.
Le avventure di giganti come Facebook – ancora prima di diventare Meta – nel mondo delle valute digitali hanno acceso diffidenza e paura nel cuore dell’opinione pubblica. Il metaverso è ancora tutto da conoscere ed esplorare, uno spazio remoto e misterioso pieno di insidie: tra queste, a detta di molti, ci sono le criptovalute, le monete digitali del metaverso che generano tanti profitti quanto dubbi.
Cronache del Metaverso ospita Marco Cavicchioli, il primo in Italia a fare divulgazione riguardo Bitcoin, fondatore di ilBitcoin.news e del gruppo Facebook “Bitcoin Italia”, per chiarire le idee e rassicurare sul futuro degli acquisti e delle vendite all’interno del metaverso. Secondo Cavicchioli, il “verso” all’interno della parola metaverso sta a simboleggiare la natura più umana di questi spazi virtuali tridimensionali: l’universo è fatto per viverlo, abitarlo e decorarlo, e come nella società reale è regolato dalla presenza di una valuta di scambio. Nonostante il capitale del mercato virtuale sia più basso rispetto alle aspettative, la nascita di ecosistemi come Fortnite ha dimostrato che è possibile creare un business all’interno del metaverso. Con una fatturazione di 20 miliardi di dollari tramite la vendita di accessori, vestiti e oggetti, Fortnite ci offre una prospettiva chiara del futuro del metaverso: la richiesta di mercato per beni digitali esiste. Il primo esempio di uso di moneta digitale è Second Life, un esperimento destinato a vita breve. Oggi, mondi come quello di Decentraland ci hanno aiutato a capire che il segreto per vivere al meglio il metaverso è una caratteristica in particolare: la decentralizzazione.
Era il 2019, Facebook iniziava ad intercettare l’interesse per le valute digitali e decide di avviare l’ambizioso progetto di Libra. Si accende un primo campanello d’allarme per il pubblico ma soprattutto per il governo americano che cerca di mettere i bastoni tra le ruote al colosso di Mark Zuckerberg. L’intuizione di Facebook non era sbagliata, ma il sistema centralizzato e controllato dalle poche aziende coinvolte ha scatenato una paura non indifferente: una moneta emessa da una società privata si rivela un aspetto problematico. Dopo Libra, tocca a Diem, un altro progetto destinato ad una sorte avversa. Le prime avventure di Facebook nel campo delle monete digitali sono servite da lezione e hanno spinto la nascita di numerose alternative decentralizzate che si sono dimostrate più efficaci e che hanno registrato una presa maggiore sugli utenti. Facebook, un potere centralizzato, si era mostrato vulnerabile e attaccabile: le realtà decentralizzate permettono, invece, la presenza di un mercato trasparente, progettato contro la creazione di uno strapotere.
La caratteristica più apprezzata dei token e delle criptovalute decentralizzati è proprio l’assoluta trasparenza: chiunque può controllare che cosa sta accadendo, ed è difficile nascondere eventuali problemi. Le criptovalute sono diverse e numerosissime – se ne contano almeno 23.000 tipi – ma alcune sono riuscite ad avere un nome familiare alle orecchie dei più: Bitcoin, Ethereum e Binance. Il problema dell’interoperabilità, però, si pone ancora come principale ostacolo per un’espansione dei mercati digitali. Ogni metaverso è creato su una blockchain e le blockchain non permettono nessun tipo di transizione tra loro: l’interoperabilità ci divide dal presupposto di “universo” in cui gli spazi e i mercati possono comunicare tra loro in libertà.
Le criptovalute si mostrano sempre più come una valida alternativa, soprattutto in periodi di incertezza economica. Posti davanti al problema dell’affidabilità delle criptovalute e degli investimenti nel metaverso, la soluzione è quella che possiamo applicare anche alla vita reale: rimanere informati e procedere con cautela.