Le vele scarlatte: il realismo magico di Pietro Marcello. 

Lettura da 9 minuti

Dopo Martin Eden e la partecipazione in progetti come Per Lucio (2021) e il collettivo Futura (2021), Pietro Marcello si sposta in Francia con Le vele scarlatte. Primo film in lingua francese per il regista, Le vele scarlatte rappresenta una sfida che Marcello sembra cogliere e fare sua, evolvendo alcune tematiche già presenti nel personaggio di Martin Eden e non abbandonando mai del tutto le radici nel cinema documentario. 

Adattato liberamente dal romanzo dello scrittore romantico e pacifista di Aleksandr Grin, Le vele scarlatte è un racconto popolare ambientato nelle campagne della Francia del nord, nel limbo tra la realtà e la magia, che vede come protagonista una famiglia non convenzionale. 

Realismo magico e racconti popolari. 

Raphaël (Raphaël Thiéry) torna a casa dopo aver combattuto in guerra; ad aspettarlo, c’è la piccola Juliette (Juliette Jouan), sua figlia, e il ricordo di Marie, la sua amata, di cui rimane solo il ricordo. Juliette ama la musica e la poesia, ama cantare, guarda il padre lavorare il legno e trascorre le sue giornate immersa nella natura, aspettando le vele scarlatte che, secondo una profezia, verranno a prenderla per portarla lontano. Le vele scarlatte è un racconto popolare e un film di formazione che tocca i confini del realismo magico.

Prendendo numerose libertà dalla fonte letteraria, Le vele scarlatte mostra il progressivo slittamento del cinema di Pietro Marcello verso una realtà al femminile. Sebbene rimanga legata ad un contesto rurale e ad una comunità ostile che non esista ad emarginare persone e famiglie non conformi alle rigide aspettative sociali, la storia si mostra estremamente moderna. Ce lo mostra la famiglia allargata della “Corte dei miracoli”,  formata da un gruppo di reietti del villaggio: la padrona della fattoria che ha cresciuto Juliette, Adeline (Noémie Lvovsky), che paga le conseguenze dei debiti del marito defunto; il maniscalco con la moglie, a cui si aggiunge Raphaël, un falegname silenzioso, imponente, ma dalle mani d’oro. 

Le vele scarlatte esplora in chiave moderna il tema della femminilità accostandolo alla magia e alla stregoneria, una femminilità che deve essere pericolosa al fine della difesa e che per questo fa paura alla comunità.

Al cuore della storia c’è il rapporto tra Juliette e il padre. Il film segue diverse fasi della vita della giovane protagonista, non oscurando mai la sua immagine di fronte a due figure maschili fondamentali: il padre, Raphaël, e l’aviatore caduto dal cielo, Jean. Le vele scarlatte non tarpa mai le ali della nostra hirondelle, lascia lo spazio a Juliette di crescere, sbagliare, scegliere di rinunciare agli studi in città per stare accanto al padre, di avvicinarsi ad un avventuriero per poi abbandonarlo- ogni scelta di Juliette è presa spontaneamente ed è dettata dalla sua voglia di libertà. 

Si tu es une fille.

Le vele scarlatte racconta un angolo di mondo comunitario e matriarcale, un film femminile che presta attenzione alle condizioni sociali in cui una giovane ragazza è costretta a crescere. Marie, l’amata defunta di Raphaël, è una presenza potente all’interno del villaggio, rassicurante per la figlia Juliette, ma anche un costante ricordo della forza distruttiva maschile. É proprio attraverso il personaggio di Marie che Pietro Marcello introduce il tema del femminicidio e della violenza contro le donne, temi non toccati dalla fonte letteraria, presentandoli come questione di educazione che si trasmette di generazione in generazione. 

Adeline, la matriarca della corte dei miracoli, usa la propria femminilità come arma e come scudo, insegna alle bambine come l’essere donna è sì un dono che va usato per difendersi: una fede che si trasforma in un’energia magica positiva che permea l’intera pellicola. Juliette, all’interno del film, ha lo spazio per essere una bambina spensierata e affascinata dal mondo che la circonda. La protagonista si mostra al pubblico come l’hirondelle che aspetta il momento giusto per volare via. Se in Martin Eden Pietro Marcello raccontava un uomo tormentato che prende le distanze dalle sue origini, Juliette decide di fare dei propri affetti e della propria famiglia parte della sua anima e della sua identità. 

Raphaël e Jean sono due figure importanti per la crescita di Juliette. Il rapporto tra Raphaël e la figlia è costruito con delicatezza e cura- l’amore paterno viene trasmesso attraverso le mani, il legno e la musica, elementi che saranno parte della Juliette adulta. Jean, l’avventuriero, incarna l’uomo moderno nel suo eterno desiderio di trovare un posto nel mondo, instabile ed emotivo, vittima della curiosità e della voglia di evadere dalla realtà. 

La dimensione umana del cinema. 

Pietro Marcello torna a raccontare una storia nel passato facendo uso di immagini di repertorio. Il film si apre con delle riprese del giorno dell’armistizio nella Baie de Somme e presenta delle immagini tratte dal film Au Bonheur des dames (1930). Le immagini d’archivio sono il tratto più riconoscibile del cinema di Marcello, dal documentario alla fiction, sebbene siano meno presenti del solito in Le vele scarlatte. Sono immagini che corrono in aiuto al regista nella ricostruzione del periodo tra le due guerre, difficile da catturare e riprodurre in modo realistico: lo stampo documentaristico della fiction di Marcello permette l’immersione in una realtà sospesa in un tempo e in un luogo non definito nel nord della Francia. 

Le vele scarlatte non è semplicemente un salto nel passato, ma anche un salto in una dimensione magica ed eterea in cui solo la musica e la poesia possono comunicare le emozioni di Juliette e il suo desiderio di libertà. Un film che affascina per la propria umanità, una storia che cela una doppia anima: una più concreta, tattile, che parla al lato più nascosto e vulnerabile degli spettatori. Il regista si concede del tempo per soffermarsi sulle mani dei propri personaggi- il primo gesto che compie Raphaël dopo aver conosciuto propria figlia è porgere una mano alla neonata Juliette. La camera indugia su questo primo contatto tra padre e figlia, una scena che diventa chiave di lettura per il film. 

Allo stesso tempo, Le vele scarlatte è un film etereo che permette ai propri personaggi di credere alla magia e sperare che i sogni si avverino, una storia universale che trascende i confini geografici e temporali, un inno alla comunità e alla forza dei legami umani. 

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