Il post che spiega la pubblicazione di Sunyata, un racconto per immagini in cui la parte grafica è stata affidata a delle IA, ha riacceso lo spirito combattivo degli artisti e dei fumettisti.
Strumento o servizio? Questa domanda racchiude una buona parte delle problematicità legate all’uso delle IA Text to Image (TTI) nel campo delle arti visive e dei fumetti. Questa volta, è una graphic novel ad aver riaperto il dibattito sull’uso proprio e improprio delle IA. Il 9 ottobre 2023, la casa editrice Eris Edizioni ha annunciato la pubblicazione di Sunyata di Francesco D’Isa, saggista, artista e una delle voci più riconoscibili all’interno della discussione sull’uso delle IA in campo artistico e visuale. Sia Eris Edizioni che l’autore descrivono Sunyata come una narrazione per immagini che si inserisce nel solco delle prime sperimentazioni con le IA nell’ambito fumettistico.
Il tema caldo non è il contenuto del libro, bensì l’aspetto tecnico, etico ed editoriale del progetto. Le illustrazioni di Sunyata che accompagnano i testi sono state create prevalentemente con Midjourney versione 3, mentre per alcune sequenze sono state usate la versione 4 o Stable Diffusion XL.
Come espresso nel lungo post di spiegazioni pubblicato da Eris in risposta all’ondata di critiche da parte della comunità di artisti e dai professionisti del settore, Sunyata intende essere un progetto presentato con trasparenza e consapevolezza e, proprio per questo motivo, la graphic novel verrà rilasciata con licenza Creative Commons come ogni altra pubblicazione della casa editrice. Il post non ha di certo placato gli animi e ha presentato questa avventura editoriale come una mossa definita da molti ipocrita da parte di una casa editrice che si mostrava sostenitrice dei diritti di chi lavora nell’industria artistica e culturale. La lotta degli artisti contro le IA appare, giorno dopo giorno, sempre più attuale e destinata a guadagnare massa critica dalla polarizzazione del dibattito online.
MeFu (Mestieri del Fumetto) è un’associazione senza scopo di lucro che si batte per il riconoscimento, la valorizzazione e la tutela dell’attività professionale dei fumettisti e degli artisti. L’associazione è stata tra le più coinvolte nel dibattito e ha presto postato una spiegazione delle problematicità dell’uso delle IA nel campo artistico. La criticità più grande risiede, agli occhi della maggior parte degli artisti, nella natura stessa dei database delle intelligenze artificiali TTI come Midjourney, costruite grazie a innumerevoli opere date in pasto ai cervelli digitali senza il consenso di chi le ha create. MeFu, infatti, critica apertamente il business model delle aziende che offrono le IA generative e che lo fanno in violazione delle norme europee del copyright.
Sebbene esistano dei modi ritenuti etici di usare le IA nel campo del fumetto (viene spesso citato l’esempio di Phaedo, della Osamu Tezuka Foundation) l’operato di Eris Edizioni non riesce a dipanare completamente i dubbi posti dagli utenti più scettici. Come accennato all’inizio di questo articolo, un aspetto che appare particolarmente intricato su un piano puramente creativo è il concetto di strumento e il concetto di servizio.
A tal proposito, il testo informativo redatto da Lorenzo Ceccotti, aka LRNZ, uno dei fondatori dell’alleanza EGAIR, European Guild for Artificial Intelligence Regulation, è uno tra i più esaustivi sul tema. Il testo Click to imagine si dilunga sulla relazione tra idea e immagine, tra autore e opera, prima di addentrarsi nella palude delle questioni etiche e di diritti esercitati sulle immagini, sia quelle generate da IA che quelle usate dalle IA per generare. L’uso della parola “strumento” implica la capacità delle IA di imporsi come un medium a sé stante, esattamente com’è avvenuto in passato con l’avvento della fotografia. Il servizio IA, contesta Ceccotti, “è un’entità che opera sullo stesso identico medium di un artista visivo digitale (che sia un disegnatore, pittore o fotografo), ha lo stesso tipo di output e arriverà a breve a essere tecnicamente indistinguibile dal lavoro di un essere umano”.
Quello che sta accadendo oggi però ha dei caratteri di unicità totalmente inediti: anche i remix nel campo della musica pre-IA, come esemplificato nel post di Eris, non sono un prodotto di una macchina non senziente, ma di un lavoro umano che ha come risultato finale un’opera originale che ha spesso poco a che vedere con i brani dai quali ha campionato. Su questo tema, Eris Edizioni si difende sottolineando come non sia stato usato nessun artista ancora in vita, anche se lo stesso Francesco D’Isa, però, spiega nella prefazione del libro come quest’ultima sia un’accortezza del tutto inutile, perché con le TTI è possibile imitare un artista anche senza fare il suo nome nel prompt. Il problema, quindi, sembra risiedere sia nella natura controversa nel progetto -questo ricade anche sulle sensibilità soggettive- che nel post di Eris Edizioni che non è riuscito a chiarire tutti i dubbi su di esso.
Francesco D’Isa è da tempo attento osservatore e fruitore dei servizi AI TTI e ha saputo più volte giustificare gli aspetti più controversi di Sunyata, dimostrando come l’argomento richieda spesso la visione di entrambi i lati e non sia sempre una questione che distingue nettamente il bianco dal nero.
Indubbiamente l’approccio teorico dovrà trovare però un punto di sintesi con il mondo degli addetti ai lavori, ovvero in questo caso di chi di fumetti ci vive. La polemica, alla fine, è una questione di fiducia infranta nei confronti di una casa editrice che ha sempre creduto nell’importanza dei lavori creativi. Il Lucca Comics ha le caratteristiche e la portata per rendere questo momento di confronto un’occasione di crescita per tutto il mondo del fumetto, se solo non vincerà la logica dello scontro aperto senza prigionieri che già ha condotto D’Isa ed Eris in una pesante shitstorm privata e pubblica.