Ci sono tante ragioni che possono giustificare il successo che un nuovo medium può avere. Sicuramente, per l’ascesa in popolarità dei podcast il lavoro di Joe Rogan, originariamente un comico e presentatore della UFC, è stato fondamentale. Il suo The Joe Rogan Experience, è il podcast più ascoltato al mondo e gli è fruttato un contratto di circa 200 milioni di dollari con Spotify, per concedere all’azienda svedese un’esclusiva pluriennale delle puntate integrali sulla piattaforma di streaming. Considerando che sono pochissimi i cantanti pagati per avere esclusività da Spotify che è certa di offrire qualcosa che i suoi concorrenti non hanno (la copertura su 100+ milioni di utenti), questa cifra appare ancora più astronomica. Insomma Joe Rogan è più prezioso di quasi tutti i musicisti. Ma cosa fa di così speciale per giustificare cifre simili?
Sicuramente il podcaster del New Jersey ha un talento a intervistare, e questo fa nei suoi podcast: interviste. Subito salta all’occhio come i suoi episodi siano lunghi, lunghissimi per quelli che sembrano gli standard di oggi in cui si parla di una capacità di concentrazione sempre più breve. Variando dalle due alle tre ore, nelle interviste ha la possibilità di porre domande aperte anche se non strettamente connesse all’argomento principale della puntata.
Questo, unito al suo linguaggio colloquiale e un tono calmo, fa diventare gli episodi del suo podcast delle chiacchierate che ognuno di noi potrebbe avere nella vita di tutti i giorni, quando si incontra qualcuno di particolarmente stimolante. E per Joe Rogan non è un problema trovare ospiti con storie avvincenti: Elon Musk, Bernie Sanders, Quentin Tarantino, Edward Snowden e Neil deGrasse, Mike Tyson sono solo alcuni tra i più celebri. Superstar, nomi colossali e apparentemente irraggiungibili che prestandosi ad essere intervistati in episodi così lunghi diventano improvvisamente umani e tangibili. Come si può evincere dagli argomenti in cui sono specializzati i nomi sopra citati, le interviste coprono un’ampissima varietà di argomenti ed è importante notare quanto Joe si prepari prima di intervistare gli ospiti.
Infatti, per quanto le puntate possano apparire come delle “chiacchierate improvvisate”, l’host riesce sempre a parlare di aspetti interessanti degli argomenti che trattati, indirizzando la conversazione verso ambiti che suscitano interesse non solo in chi lo ascolta, ma anche in sé stesso. La passione per il suo lavoro, che traspare chiaramente negli episodi del podcast, è senza dubbio parte del motivo per cui chi lo ascolta si appassiona così tanto. La costanza con cui effettua queste operazioni è altrettanto notevole: pubblica diversi episodi ogni settimana, riuscendo sia a trovare nuovi utenti interessati al podcast che a produrre materiale fresco per chi è già appassionato.
È in questi ambiti in cui si esalta maggiormente il lato da businessman di Joe Rogan. A questo punto è necessario un chiarimento: Spotify ha comprato i diritti per avere le puntate integrali, ma Rogan è libero di pubblicare spezzoni video dei suoi stessi podcast sui suoi canali social. Su YouTube, in particolare, ha un seguito enorme e qui pubblica due tipi di contenuti video: estratti di una decina di minuti e Shorts con una durata massima di un minuto. Queste clip hanno milioni di views e arrivano in modo capillare a un pubblico vastissimo che, incuriosito, cerca il podcast sull’unica piattaforma dove si può ascoltare: Spotify.
Pur avendo un’audience così grande, Joe Rogan non schiva gli argomenti controversi. Anzi, spesso sceglie di sfruttare i trend del momento (come quando ha invitato Elon Musk all’apice del successo di Tesla) e non ha paura di esprimere opinioni facilmente criticabili dal grande pubblico con un fare sicuro. Il suo modo di motivare sempre le idee che ha in maniera calma e certa, mostra una persona risoluta che pur non temendo di mettersi in discussione si sente forte delle ricerche che precedono gli episodi. Il mercato dei podcast sicuramente si sta ancora formando e ha radici sia nel mondo radiofonico che in quello dell’industria musicale.
Con il seguito che ha Joe Rogan, il suo podcast diventa quasi un telegiornale che trasmette le sue opinioni e una visione del mondo filtrata dai suoi interessi: anche se eterogenei e disparati gli ospiti che invita dovrebbero avere un peso diverso tra loro. Per quanto sia certamente di intrattenimento per molti, il suo podcast è un’ottima rappresentazione della crisi che percorre il pensiero moderno americano da diversi anni, un pensiero che cerca di essere democraticamente imperialista, dando prestigio a valori che confliggono tra di loro.
Insomma, Joe Rogan è una figura con tante facce, capace di farsi vedere in modo radicalmente diverso a seconda della bolla in cui si trova l’individuo che recepisce il singolo prodotto della sua stratificata comunicazione, e allo stesso tempo capace di trascendere le bolle riunendo persone molto diverse con il suo podcast.