Ultra: quando la realtà virtuale inganna i sensi, e la percezione dell’età

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Resoconto di una delle esperienze immersive della Milano Design Week

È bello pensare che l’AR sia un modo per riprodurre lo sguardo dei bambini in quello degli adulti: prima di renderci veramente conto del mondo che ci circonda, ognuno di noi viveva in una realtà virtuale tutta nostra: immaginare di trovarsi a fare acrobazie sui tetti della città quando si salta da una panchina all’altra, di usare armi di qualsiasi tipo unendo indice e medio.

In poche parole, di sognare ad occhi aperti.

Tuttavia, quando si parla di realtà aumentata e realtà virtuale, alcune persone che storcono il naso. Non sembra ancora possibile riuscire a visualizzare l’immaginazione come fanno i bambini, rendendo tutto ciò che ci circonda divertente come un gioco. Se questo non è ancora realizzabile a larga scala, l’esperienza che si è potuta fare da Ultra durante la Milano Digital Design Week 2023 è riuscita ad emozionare a livello più individuale. Grazie alla collaborazione di visori Oculus, della voce di Sandro Pivotti (del Teatro dei Gordi) e dello spazio interattivo e multiutente è stato possibile creare “L’inganno dei Sensi”, un viaggio nella realtà virtuale che ha permesso, grazie anche ai suoi sei gradi di libertà, la visita immersiva di tre diversi ambienti.

Il primo è stato un museo, in cui si potevano vedere i diversi stadi che l’illusione ottica ha attraversato negli anni, a partire dagli strumenti di stereoscopia. Oggetti 3D che roteavano fluttuanti, delle premesse rispetto all’illusione ottica più grande del 19° secolo. Il secondo ambiente ci ha portati al centro del Panorama Mesdag, che si trova all’Aia. Il famoso paesaggio è il dipinto circolare più grande del mondo, la creazione che più si è avvicinata all’immersione dello spettatore in un luogo diverso da quello in cui si trovava veramente, realizzato prima dell’epoca digitale. Il terzo ambiente ha dato la possibilità di immergersi nell’illusione ultima: un mondo virtuale 3D, in cui si è stati liberi di muoversi lungo una spiaggia che richiamava quella del dipinto dell’artista olandese Hendrik Willem Mesdag.

Qui sorgeva un albero che, grazie all’interazione che ogni utente poteva avere con esso, se toccato cresceva in maniera unica: in base al punto di contatto, velocità con cui ci si avvicinava e molte altre variabili, i rami prendevano forme diverse. Con lo stesso meccanismo, toccando i fiori che circondavano l’albero, questi componevano una melodia sempre unica. Le visite a questo mondo surreale si sono potute tenere esclusivamente in gruppo, seguendo i passi dell’avatar guida (interpretato da Sandro Pivotti), generando decine di alberi e melodie uniche.

L’unicità dei prodotti è stata garantita da algoritmi generativi e da persone con movimenti diversi, come nella realtà. Infatti, forse anche perché è stata la prima volta che ho utilizzato un visore con un sistema “multiplayer” di questo tipo, è stata un’esperienza quasi surreale perché, anche vedendo avatar estremamente semplici (composti soltanto da una testa e le due mani) si può vedere la gestualità che caratterizza ogni persona.

Un’esperienza piacevole, e davvero ben riuscita quella realizzata dal team di Ultra, con un’ottima qualità dal punto di vista visivo e senza il minimo accenno di nausea, che ha fatto letteralmente volare via i pur venti minuti di esperienza, riuscendo nell’arduo compito di riportarci all’età felice e senza tempo dell’infanzia.

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