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Un metaverso analogico per rivoluzionare l’industria musicale.

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Ecco come Massimiliano Pani di PDU vede evolversi il mercato della musica, verso un mondo libero e più equo

Nella puntata di Cronache dal Metaverso di mercoledì 29 marzo Filippo Lubrano ha intervistato un ospite speciale: Massimiliano Pani, musicista e discografico che si occupa in particolare dell’etichetta PDU Music, fondata da sua madre, Mina, e suo nonno, Giacomo Mazzini.

Questo storico marchio ha qualcosa da dire in funzione del metaverso e rispetto alle innovazioni nate in ambito musicale, partendo dagli anni Settanta e arrivando alle più recenti evoluzioni.

Quello che sembra a Massimiliano Pani è che il metaverso stia nascendo come un esperimento sociale ancor prima che economico e la sua evoluzione potrà cambiare dei meccanismi fondamentali della nostra società: l’attribuzione della proprietà intellettuale sulle piattaforme Web3 impedisce la riproduzione gratuita ed illimitata di un’opera artistica, e questo garantisce una titolarità che non ha precedenti. Quando un file viene pubblicato sulla blockchain, infatti, gli artisti ricevono necessariamente una percentuale di pagamento quando i loro lavori sono acquistati o utilizzati da qualcuno.

Questo non vale soltanto per gli artisti: ci sono innovazioni che spingono perché venga riconosciuto il valore di ogni interazione fatta rispetto a un determinato media, ricompensando anche le silenziose figure intermedie che consigliano e permettono lo spargimento dello stesso. Come un NFT può essere programmato per dare il 10% di ogni transazione al creatore originale, può sfruttare un algoritmo per calcolare automaticamente il giusto compenso di ogni persona che condivide un file.

Un meccanismo simile è stato pensato anche per quanto riguarda le tasse, che potrebbero venire pagate automaticamente per ogni pagamento che facciamo.

Non importa sapere subito quale strada intraprenderemo, però di certo l’idea di fermare l’arricchimento centralizzato di poche piattaforme tipico del Web2, permettendo a chi crea i contenuti di godere dei frutti che producono, è allettante.

Massimiliano Pani, come si può capire dal sito dell’etichetta PDU Music, non crede che le nuove tecnologie andranno a intaccare l’uso delle innovazioni del passato; per questo continua a dare la possibilità di acquistare, oltre che NFT, anche in formati come il vinile e il nastro analogico, soddisfacendo la richiesta che ancora non è esaurita degli amanti dell’hi-fi.

Uno dei punti forti dell’etichetta è senza dubbio la varietà di media su cui opera (che sicuramente punta sul virtuale, ma non mette in secondo piano il valore di un prodotto fisico ben prodotto) e oltre a ciò si è dimostrata particolarmente curiosa anche nella ricerca, pubblicazione e produzione di musicisti di tutti i generi, dal jazz alla musica per sceneggiature.

Insomma, PDU Music vuole essere un’alternativa valida alla musica liquida che caratterizza il mondo di oggi sfruttando anche canali che realisticamente non rivoluzioneranno soltanto il mondo della tecnologia, ma tutto il nostro stile di vita e la nostra forma mentis.

Come Mina ha rivoluzionato l’importanza di giocare con la propria immagine, essendo la prima a distruggerla e ricrearla così liberamente, l’etichetta gestita dal figlio della cantante italiana vuole rivoluzionare il mercato musicale puntando sugli NFT e la blockchain.

Una delle chiavi per permettere a questo mercato di crescere è la qualità del contenuto artistico; le piattaforme con cui si interfaccia l’industria musicale sono ancora nuove e implicano un livello di rischio non indifferente, soprattutto se si ricerca un’esperienza immersiva di alto livello.

Pur non sapendo quale sarà la direzione che prenderà il Web3, una cosa sembra certa: Mina e le realtà a lei connesse osserveranno attentamente le evoluzioni, pronte a sperimentare e creare in tutte le realtà, anche quella virtuale.

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